Marzo 21, 2023

Blockchain per Arte e Cultura. NFT e tokenizzazione

La passata crisi sanitaria ha determinato un cambio sostanziale nella modalità di presentazione dell’offerta museale. Oggi infatti è possibile visitare un museo virtuale comodamente dal pc di casa, imparare attraverso la realtà aumentata navigando all’interno del museo e persino utilizzare nuove espressioni artistiche come gli NFT o il Metaverso. In che modo la tecnologia Blockchain per Arte e Cultura grazie a NFT e tokenizzazione sta cambiando il volto di questo mercato? L’arte digitale, definita con l’acronimo NFT ( Non Fungible Tokens) è certamente una delle importanti novità che i musei di tutto il mondo hanno introdotto o stanno introducendo – per valorizzare le loro collezioni esclusive e che viene anche utilizzata come elemento di fidelizzazione della community. Abbiamo sentito parlare di NFT principalmente con riferimento alla speculazione o alla compravendita su piattaforme dedicate (come Opensea, per esempio) ma ci sono già importanti istituzioni museali come il British Museum che hanno adottato gli NFT per monetizzare grazie alla versione digitale delle loro opere più signifcative. A prescindere dalla speculazione o dalla compravendita di NFT, istituzioni come il British Museum hanno adottato gli NFT per fornire versioni digitali delle loro opere più iconiche. Attualmente ci sono diverse applicazioni reali degli NFT mondo dell’arte che in quello dei musei. Ne abbiamo identificati cinque ma per comprenderli iniziamo a spiegare che cosa sono gli NFT.


1. Tokenizzazione

La tokenizzazione degli asset, detta anche tokenizzazione non fungibile, è quel processo di creazione di token digitali che vanno a rappresentare la proprietà di un asset fisico (NFT). Parliamo di beni come opere d’arte, immobili ma anche automobili e oggetti di valore. Il processo di creazione dei token utilizza la tecnologia Blockchain. Questo passaggio consente di conservare e scambiare i token in maniera gratuita e sicuro, esattamente come avviene per le altre criptovalute e per gli asset basati su Blockchain. Grazie alla Blockchain L’arte può essere tokenizzata e venduta, ed è proprio in questo modo che artisti di tutto il mondo sono riusciti a guadagnare milioni di dollari. Un esempio famoso è l’artista Mike Winkelmann (alias Beeple) il quale ha venduto una collezione di immagini digitali NFT per la somma stratosferica di ben 69 milioni di dollari. Dopo la vendita della collezione di Beeple, gli NFT sono saliti alla ribalta suscitando grande entusiasmo e hanno attirato molti investitori. Privatamente, molte persone hanno guadagnato migliaia di milioni di dollari grazie alla tokenizzazione dell’arte creando un mercato multimilionario e in continua ascesa. La tokenizzazione delle opere d’arte ha come aspetto di grande interesse il fatto che può essere applicata anche ai musei che oggi, concretamente, sono di fronte ad una straordinaria opportunità di mettere a frutto le opere d’arte.
Se ci si ferma a pensare, i musei e le fondazioni perennemente senza fondi, in realtà possiedono una grande quantità di denaro, ma è tutto congelato nelle opere d’arte che espongono. A fare da rompighiaccio ci ha pensato il museo Belvedere di Vienna che ha usufruito della tokenizzazione di una delle proprie opere d’arte, il famosissimo bacio realizzato da Gustav Klimt . L’offerta è stata resa disponibile al pubblico il giorno di San Vaentino al prezzo di 0,65 Ethereum, attualmente pari a circa 1.650 euro per unità. Irene Jaeger, rappresentante delle relazioni pubbliche del museo austriaco, ha dichiarato che sono stati venduti oltre 2.400 NFT di Klimt, per un controvalore valore di quasi 4,3 milioni di euro.Se si pensa che quest’operazione è stata realizzata senza altri costi che lo sviluppo dell’NFT e della piattaforma, si capisce bene come questa attività possa diventare fonte di reddito per qualsiasi museo in possesso di opere d’arte di interesse.


2. Proprietà delle opere d’arte digitali

Un altro esempio di applicazione reale degli NFT per arte e mondo museale riguarda la proprietà delle opere d’arte digitali, che unita all’emergere del Metaverso consente di raggiungere un maggior numero di persone. E’ interessante notare come uno dei principali vantaggi della digitalizzazione sia la possibilità per i musei di raggiungere il proprio pubblico in qualsiasi momento ed in qualsiasi parte del mondo. Gli aspetti critici sono riferiti per lo più alle violazioni del diritto d’autore e ad altri problemi di proprietà intellettuale. Uno dei vantaggi degli NFT risiede nel fatto che la proprietà di un bene digitale viene memorizzata in maniera immutabile ed eterna sul registro della Blockchain, lasciando un’importante “impronta ” di proprietà che istituzioni e artisti ritengono molto interessante. Un esempio che illustra bene come funzionano gli NFT collegati alle opere d’arte è il MoCa, Museo di Arte digitale progettato da Desiree Casoni. Presso il MoCA, le opere d’arte sono accessibili a chiunque sia in possesso di una connessione a Internet e siccome la proprietà degli NFT è certificata dalla Blockchain, il museo può aumentare l’accessibilità senza diminuire il valore di mercato degli oggetti. Il fatto che esistano gli NFT non significa affatto che l’arte fisica debba scomparire.. Non c’è niente di più appagante a livello sensoriale che visitare una mostra o un museo. Tuttavia, gli NFT e il Metaverso consentono di ampliare la magia e consentono l’accesso a tali opere d’arte ad un maggior numero di ammiratori.

3. Dimostrare l’autenticità delle opere d’arte nei musei.
Fra le numerose conseguenze della Seconda Guerra Mondiale c’è stata anche la quantità significativa di opere d’arte andata distrutta. Alcune opere sono state in seguito sostituite da imitazioni, altre sono state trafugate e non si sa dove siano..Gli NFT offrono quindi la straordinaria possibilità di catalogazione per le opere d’arte originali e ne garantiscono la sopravvivenza anche in caso di distruzione o conflitti.
La registrazione su blockchain oltre che determinare l’autenticità di un’opera e a ridurre o eliminare la diffusione dei falsi, assicura ai proprietari di NFT, l’autenticità dei loro beni, soprattutto quando vengono acquistati in’asta.


4. Collezioni vendute nei musei
I dati del post pandemia riportano una flessione significativa negli introiti dei musei. Al contrario, gli NFT sono diventati una delle attività commerciali in grado di restituire un elevato livello di ritorno economico.. Per questo motivo, oltre a ospitare mostre basate sugli NFT, è cresciuto l’interesse per il potenziale degli NFT come fonte di profitto per i musei. Gli NFT offrono ai musei e alle altre istituzioni molteplici la concreta possibilità di aumentare notevolmente le proprie risorse finanziarie e di ampliare – e fidelizzare – il proprio pubblico. Dopo tutto, lo scopo dei musei è proprio quello di conservare e custodire le opere d’arte del passato e di esporle nel migliore dei modi perché il pubblico di visitatori possa apprezzarle.
Non abbiamo ancora dati sufficenti per capire come reagiranno i musei a questo cambio di paradigma culturale e nemmeno possiamo determinare se la possibilità di far crescere le loro collezioni e di acquisire autorità nel mondo moderno dell’arte digitalizzata sia concreta cosi come si prevede.. E’ un dato di fatto che molti musei in tutto il mondo hanno approfittato della svolta tecnologica durante il periodo di chiusura durante e dopo la pandemia. Alcuni dei musei che hanno approfittato di questa situazione sono i seguenti:

L’ICA di Miami ha annunciato l’”acquisto” dell’ NFT della collezione Cryptopunk, facendo entrare in questo modo gli NFT nel “establishment” dei musei come parte delle loro collezioni permanenti.

Il British Museum di Londra e la piattaforma NFT basata su Ethereum, La Collection, hanno stipulato un accordo esclusivo di cinque anni per lo sviluppo di NFT da collezione. utilizzando riproduzioni digitali di opere di J.M.W. Turner e Katsushika Hokusai in edizioni che vanno da due a 10.000 pezzi. Il costo variava da 500 a 40.000 dollari.Si può ben capire come il Museo intenda monetizzare da questa attività che, peraltro ,potrà essere svolta in remoto da utenti collegati al sito
• Un altro esempio è lo State Hermitage Museum di San Pietroburgo, in Russia, che ha raccolto 444.000 dollari attraverso un’asta di riproduzioni NFT di cinque delle proprie opere d’arte più note.

Gli NFT utilizzati a scopo educativo
A Seattle esiste un museo completamente dedicato ai token non fungibili (NFT) inaugurato con lo scopo di educare il pubblico a questa tipologia di asset digitale. E’ un’idea utile e certamente indica con chiarezza come i musei potrebbero insegnare ai propri utenti come produre, comperare e vendere gli NFT. Queste attività sono già ben definite nella programmazione del museo canadese che oltre all’offerta formativa ha messo a disposizione di artisti e creatori una piattaforma per esporre i loro NFT.
Questo potrebbe anche rappresentare un nuovo modo per coinvolgere ed educarer le scuole e i giovani che desiderano esplorare l’arte nei musei.


In conclusione


Il numero di musei che lavorano con gli NFT sta aumentando ed è sempre più evidente come questa nuova tecnologia abbia la potenzialità per trasformare completamente la creazione artistica, la pratica museale e i modelli di business istituzionali. Poiché gli NFT sono ancora una tecnologia recente e instabile, in futuro ci saranno senza dubbio sviluppi significativi e drastici. Non sappiamo né possiamo prevedere come l’industria culturale si adatterà a questo nuovo scenario, se le tendenze attuali continueranno, possiamo aspettarci un aumento del numero di mostre sui NFT e delle vendite nei musei nei prossimi anni. Gli NFT possiedono il potenziale per semplificare l’uso di molti servizi e per aumentare la trasparenza delle transazioni, soprattutto per quanto riguarda la proprietà effettiva di beni come immobili, opere d’arte, idee e concetti.
Si prevede che negli anni successivi questo campo continuerà a migliorare a un ritmo tale da modificare drasticamente la vita quotidiana dell’individuo medio.


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